Con qusta nopta l’Odg Molise intende delineare un quadro attraverso il quale i colleghi possano trovare dei riferimenti e prenderne spunto: il tema è il suicidio, tra i temi più delicati e pericolosi da trattare in ambito giornalistico. Non si può affrontare come un qualsiasi fatto di cronaca. La superficialità, la spettacolarizzazione o la ricerca del sensazionalismo cui si aggiunge la smania di “click social” non solo tradiscono la deontologia professionale, ma possono causare danni gravi e irreversibili. È in gioco la dignità delle persone, la salute pubblica e la tenuta etica dell’informazione. Il Codice Deontologico dei Giornalisti, integrato dalle Carte di Treviso, Roma e Tivoli, è chiaro: Il rispetto della persona deve sempre prevalere. La notizia del suicidio non va mai pubblicata se non sussiste un chiaro interesse pubblico. I dettagli delle modalità, dei luoghi, degli strumenti utilizzati non vanno riportati. Occorre evitare ogni riferimento spettacolare o giudicante. È fondamentale tutelare i soggetti vulnerabili, in particolare minorenni e familiari. L’effetto Werther, ben documentato da decenni di studi, dimostra che la pubblicazione non controllata di notizie di suicidio può generare emulazione, in particolare tra le persone più fragili. I media hanno una responsabilità enorme: possono contribuire alla prevenzione o diventare, inconsapevolmente, un acceleratore del disagio. La linea tra il diritto di cronaca e il dovere di tutela è sottile, ma esiste. E va rispettata. L’Ordine dei Giornalisti invita tutti i colleghi e le redazioni a:
1. Non pubblicare notizie di suicidio in assenza di un reale interesse pubblico (es. casi con rilevanza giudiziaria, coinvolgimento di figure pubbliche, implicazioni sociali evidenti);
2. Escludere ogni dettaglio tecnico sul gesto, sull’arma o sul luogo, per evitare qualsiasi forma di suggestione;
3. Evitare titoli gridati, foto d’impatto, commenti sensazionalistici. Il suicidio non è uno spettacolo né un mistero da risolvere;
4. Utilizzare linguaggi sobri, rispettosi, mai colpevolizzanti, nel pieno rispetto della dignità della persona e dei familiari;
5. Fornire, ove possibile, informazioni utili alla prevenzione: segnalare numeri verdi, associazioni, servizi di aiuto.
Il giornalismo ha il compito di informare, non di nuocere. Il diritto di cronaca non può mai sovrastare il dovere di responsabilità. Chi racconta un suicidio male non è un cronista: è un irresponsabile.
Non c’è libertà di stampa senza responsabilità. E non c’è buona informazione senza etica.